“Tra fornitori è necessario ragionare in termini di partnership”
Retail evolution

“Tra fornitori è necessario ragionare in termini di partnership”

Comme à la Maison è una boutique accogliente, un contenitore di idee e proposte per la casa. Si trova in via Solari, zona Tortona, quartiere di vecchie fabbriche, oggi trasformato in una sede espositiva permanente. Artisti, stilisti, creativi, designer hanno fatto di questo dedalo di vie il cuore pulsante della moda milanese. 

 

Da Parigi, dove sono nati, Delphine, suo fratello Thomas e mamma Graziella, colei che ha trasferito ai figli la passione per il bello, si sono trasferiti in Italia trent’anni fa. Oggetti, tessuti, complementi d’arredo dal classico al moderno, mobili, italiani e di noti brand inglesi, danesi, francesi e svedesi sono esposti con amorevole cura e attenzione. Delphine è la titolare dell’attività, a darle una mano c’è Thomas, affermato designer. Insieme procedono alla selezione degli oggetti, talvolta pezzi unici in grado di soddisfare la richiesta di una clientela che ama il gusto, l’eleganza e la bellezza.

 

 

Delphine, molti sostengono che i rapporti tra punti vendita e produttori/distributori siano in una fase di stasi. Diverse aziende sono andate online con gli stessi prezzi e gli stessi articoli. È una questione che vi preoccupa, ci sono margini di mediazione? 

 

“Un elemento che ritengo centrale è quello dello shop online del produttore. Questo è un punto nodale. In linea di principio non ho nulla in contrario ma tale strumento deve fungere da vetrina e non trasformarsi in un canale di vendita, in molti casi quasi esclusivo, che penalizza il negozio. Non solo i piccoli rischiano di essere soffocati da questa procedura, sono sempre più coloro che vanno in sofferenza. Le nuove generazioni ormai saltano il passaggio in negozio, se lo fanno è solo per vedere l’articolo, leggerne le sfumature, apprezzarne le linee. Visto il prezzo, escono e cercano su Internet chi offre l’oggetto che hanno visionato al costo più basso e sovente procedono all’acquisto dal sito del produttore. È una visione di corto respiro che alla lunga non può reggere.

 

 

Come possono collaborare negozi e produttori per attirare nuovamente in negozio i clienti ed eventualmente, come si fa a ricostruire un nuovo rapporto tra fornitore e dettagliante? 

 

“Collaborare è la parola giusta ma per instaurare un proficuo rapporto è necessario che ci sia la volontà di entrambi i soggetti in causa e linee d’indirizzo ben precise. Io sono favorevole e auspico una relazione più feconda e chiara tra fornitore e dettagliante, ma per arrivare a un punto d’incontro occorre mettersi sulla stessa linea di partenza. In altre parole, è necessario ragionare in termini di partnership. Si tratta di gestire e portare a termine insieme un progetto che parte dalla realizzazione del prodotto e si conclude con la vendita dello stesso. Attenzione, cura e precisione sono i tre ingredienti fondamentali non solo per esaltare la qualità dell’artigianato e della produzione italiana ma vanno riposizionati e adoperati anche nel rapporto tra chi questi valori li interpreta e li veicola all’utente finale.

 

 

Quale deve essere, a suo modo di vedere, il ruolo di Milano Home?

 

Auspico che Milano Home possa diventare il punto di riferimento per il mercato italiano, una sorta di bussola per chi cerca la qualità e lo stile. Milano è la realtà più dinamica d’Italia, è cresciuta ed è ormai diventata una città cosmopolita. È un polo attrattivo che desta interesse e genera attese, pertanto credo che siano tante le aspettative che gravitano attorno all’evento fieristico. Occorre puntare con decisione su un abbinamento che ha tutto per rivelarsi vincente: le potenzialità della rassegna fieristica e quelle che offre la città di Milano.