La parola ai buyer
Retail evolution

La parola ai buyer

Un confronto a più voci per analizzare le dinamiche che influenzano le scelte del cliente e come i buyer di Milano Home selezionano i prodotti.

Trasformare le sfide in opportunità. Se da un lato la pandemia ha fatto tornare al centro la casa come luogo del vivere e dell’abitare, con il ritorno alle normali attività le vie dello shopping hanno ripreso ad affollarsi. Nel frattempo, però, sono subentrati nuovi fattori che celano insidie di cui tener conto, elementi di disturbo che condizionano le scelte di alcune fasce di consumatori. L’inflazione e l’incertezza economica sono fattori che tolgono il sonno a una consistenza fetta di italiani – e non solo – ma bisogna tener conto anche delle richieste di un mercato trasversale, propenso all’acquisto e desideroso di avere prodotti innovativi, belli e rispettosi dell’ambiente.

 

Il consumatore oggi ha l’occhio vigile, c’è quindi bisogno di porsi in relazione con lui attraverso risposte mirate e metterlo in condizione di poter e saper scegliere.

 

Come districarsi, allora, in un mercato che propone di tutto e di più?

 

Milano Home ha aperto il microfono a una selezionata platea di buyer e retailer. Un confronto a più voci per ascoltare quali sono i temi più sensibili, analizzare le dinamiche che influenzano il cliente, intercettare quelle che sono le priorità dell’acquirente.

 

Massé: “Online? Sono tante le affinità con l’acquisto fisico”

 

Design Curator presso The Level Group e project manager di FrankBros Online design Shop, Gilles Massé sostiene che “l’idea che porta un soggetto a valutare un acquisto online è quella di andare in breve tempo dal sogno all’acquisto. È un atto d’impulso, non è un altro modo di fare affari. Sono tante le affinità con l’acquisto fisico”.

 

Per Massé quello che fa la differenza è lo stile, la qualità e la funzione dell’oggetto. “Un artigiano deve decidere se la sua mission è quella di percorrere la strada dell’artista o, viceversa, puntare al business. Le due strade sovente divaricano e conducono in direzioni molto diverse. Certo, appoggiarsi a un brand può essere utile per veicolare immagine e vendite ma non sempre il prodotto si concilia con questa filosofia.

 

Come scelgo gli oggetti da mettere in piattaforma? “La mia formula è 95-5. Per il 95% seleziono gli oggetti che il mercato richiede, ma lascio sempre spazio a un 5% di follia. Non dimentichiamo che il 5% di ogni nostra scelta è condizionato dalla ‘follia’, una percentuale a prima vista irrisoria che ha spesso una influenza decisiva”.

 

Spostando la visuale sui punti vendita emergono in maniera lampante i meccanismi che indirizzano verso la scelta degli articoli e le modalità d’interazione con i clienti.

 
 

Raccuia: “Scouting diversificati per i nostri store”

 

Rinascente è presente in Italia con 9 store, di cui due a Roma.

 

“Siamo radicati in tutte le aree del Paese – spiega Marco Raccuia, Divisional Merchandise Manager Home, Food e Office & Travel – e selezioniamo i nostri articoli in linea con i differenti comportamenti d’acquisto di ciascun territorio. Da tre anni abbiamo aperto il nostro e-commerce, una sorta di canale diretto con i consumatori che hanno la possibilità di accedere al prodotto, valutarne le caratteristiche, decidere le finiture”.

 

Una scelta, quella di selezionare in base alle tradizioni e alle caratteristiche di ciascuna area di riferimento che va incontro al cliente, certo di potersi orientare in un contesto a lui più comune. Diverso è il discorso per lo store di Milano, frequentato da una clientela di livello internazionale orientata a un acquisto più sofisticato.

 

Lo spazio Casa da sempre è uno dei punti di forza del Gruppo.

 

“Rinascente ha sposato una logica di relazione diretta con la propria clientela – aggiunge Raccuia –. Adeguare un prodotto alle esigenze di un cliente significa dare valore alla sua richiesta”.

Giroldi: “Fondamentale la formazione del personale”

 

Chi ha il ruolo di responsabile acquisti è chiamato a occuparsi di una serie di aspetti che partono dalla valutazione del prodotto, passano all’analisi della qualità, all’uso dei materiali utilizzati per realizzarlo fino ad arrivare a intercettarne il suo gradimento da parte del consumatore.  

 

“Il brand deve comunicare le peculiarità dell’oggetto – afferma Maria Laura Giroldi, buying manager Rinascente –. Se da sempre vi è consapevolezza che estetica, praticità, bellezza e funzionalità sono caratteri distintivi oggi sostenibilità, utilizzo di materiali riciclati, ridotto impatto sull’ambiente sono temi che hanno fatto breccia tra i consumatori”.

 

Avere la possibilità di raccontare lo storytelling e un’adeguata formazione del personale, composto da diverse figure specializzate, sono ulteriori fattori che aiutano il punto vendita a instaurare un dialogo proficuo con l’acquirente.

 

 
 

Foraso: “La gente deve tornare a vivere i negozi”

 

Coniugare storia e bellezza. È la strada intrapresa da Cristina Foraso, titolare di 120 Mameli Strasse, negozio di complementi d’arredo che ha sede a Verona. Un’attività storica, che ha preso il via con la nonna Elisa, proseguita da mamma e, oggi, arrivata nelle sue mani.

 

“Cercare di far venire le persone nel negozio, è questa la strada da percorrere” spiega, perché “l’esperienza visiva, sensoriale, il contatto diretto con il commerciante è un valore aggiunto che non si riscontra in nessun altro ambito. Dal mio osservatorio non posso che ritenermi soddisfatta del rapporto con i clienti ma non sempre la situazione è così rosea”. 

 
 

Ballone: “Online e negozio non si sovrappongono”

 

Considerare l’online alla stregua di un negozio fisico che non ha confine. È stata una delle leve strategiche che Renato Ballone, titolare de LisolaStore di Milano, ha azionato per ampliare il portafoglio clienti.

 

“Abbiamo aperto un e-commerce nel 2017, al contempo ampliato il negozio storico e inaugurato altri due esercizi commerciali, di cui uno dedicato al lusso made in Italy (bottega 1964). I due canali non sono andati in conflitto, anzi, la forza della comunicazione dei social ha avvicinato il cliente al negozio fisico.

 

L’acquirente può comprare online e ricevere a casa o ritirare e modificare la merce in negozio. In pratica l’online è un negozio fisico che non ha confine. Ciò ha portato a snellire le procedure e a rendere più flessibile la struttura, avendo alle spalle una filiera completa”.